top of page

AXIS SYLLABUS

ASCOLTO DEL SUONO

PLAY - FIGHT

ANNOTAZIONI SUPERFICIALI

Docente: Enrico Malatesta

Annotazioni Superficiali è un progetto formativo a cura di Enrico Malatesta rivolto a indagare il suono e le dinamiche dell’ascolto attivo applicate all’ambito delle Arti performative, sonore e visive, così come della Danza e del Teatro.

Il corso è strutturato in modo intensivo e prevede una parte teorica, basata sulla proposta di stimoli che aprono il dialogo alle implicazioni socio-culturali, artistiche ed ecologiche dell’utilizzo del suono nello spazio pubblico e scenico. Concepita come momento di discussione e scambio, questa sezione di lavoro si sviluppa su aree tematiche ampie e interconnesse dal medium del suono, ad esempio:

• Ascolto di esperienze musicali significative del XX e XXI secolo realizzate in ambito performativo e di arte pubblica.
• Presentazione di recenti sound studies su aural architecture e approfondimento del legame tra suono e spazio nella pratica performativa.
• Studio delle criticità esistenti tra musica, azione sonora, acustica e silenzio nella
realizzazione di una performance.
• Presentazione del paesaggio sonoro e della pratica della registrazione sul campo (field recording); introduzione alla tecnologia audio come corpo di intervento nello spazio di ascolto.
• Ascolto di pratiche tradizionali in cui il suono è strumento di modificazione dello spazio performativo, sia sul piano simbolico, sia sul piano ecologico–relazionale, energetico ed estetico.
La parte pratica consiste in esercizi di ascolto attivo (da svolgere individualmente o in gruppo) che invitano i partecipanti a indagare la relazione tra suono, spazio e corpo. Il proposito di questa sezione di lavoro è favorire la consapevolezza dello spazio performativo e del proprio movimento attraverso il medium del suono e delle sue potenzialità fisico–relazionali.
Gli esercizi proposti consentono di valorizzare le specificità di ogni partecipante indagando, a titolo di esempio:
• La relazione tra il corpo del performer e i fenomeni acustici (riverberi, risonanze, echi, filtraggio, mascheramento, fratturazione) modulate dalle varie forme di ascolto.
• La produzione di suono attraverso l’utilizzo del corpo, della voce o di oggetti e in accordo con le reazioni acustiche dello spazio performativo.
• Il modificarsi del corpo in funzione del suono e della sua componente fisica, esplorando diverse gradazioni di immersione sonora e di reciprocità tra movimento del performer e delle onde sonore.
• La relazione tra corpo e tecnologia audio, valorizzando le potenzialità date dalla differenza tra suono registrato e suono prodotto dal vivo.

Le modalità con cui gli esercizi vengono condotti coinvolgono in maniera critica i partecipanti, i quali vengono invitati a contribuire all’evoluzione soggettiva delle pratiche e alla condivisione delle esperienze; l’intento è produrre un dispositivo di studio aperto e stimolante, che si rivolge al miglioramento della struttura attentiva dei partecipanti e alla capacità di trasformare l’esperienza di ascolto in una risorsa attiva, progettuale e autoriale, nella pratica performativa.

Con:

BRUNO CAVERNA

"L'incapacità o la riluttanza ad attingere alla fonte stessa della paura di cadere può essere una limitazione eterna nell'incarnare le capacità di prevenire le ferite da caduta. Col passare del tempo le resistenze interiori ignare affioreranno gradualmente e diventeranno più visibili e scolpite sui corpi man mano che età. È naturale che i corpi perdano la loro originale qualità di fluidità, malleabilità ed elasticità, tuttavia, c'è un altro livello di cristallizzazione e rigidità corporea che non ha nulla a che fare con il modo naturale in cui il corpo invecchia. modo in cui i corpi che invecchiano diventano fisicamente disfunzionali in molti modi. Affrontare seriamente le nostre paure di cadere può diventare una porta, il primo passo tangibile che ci permette di avere un assaggio della nostra intoccabile resistenza interiore, che è un enormemente complesso e sensibile eppure un argomento che porta il potenziale per essere profondamente trasformativo.La resistenza sono i nostri punti ciechi, e gli evitamenti e gli autoinganni.Per gettare luce in questi paesaggi oscurati richiede un gesto coraggioso per abbracciare al massimo la nostra vulnerabilità. La pratica crea un terreno fertile, incarna importanti riflessioni su alcune fonti di limitazioni autoimposte che spesso sono nascoste sotto il radar cosciente"

[testo tratto dal sito FormlessArts]

  • Instagram
Logo HUMUS (4) copia.png
  • Instagram
bottom of page